giovedì 28 aprile 2011

Le vecchie aiutanti sono finite.

sev edizioni affonda i denti nella realtà: la nostra lunga esperienza professionale ci porta ad avere uno sguardo disincantato sul mondo e niente può ormai nascondere lo spaventoso baratro sul quale sta vacillando una generazione intera di esseri umani. 
ma cominciamo dall'inizio: c'era una volta la fiaba.


le storie più antiche, vere e potenti che il passato ci rende in dote per salvarci dal caos e dalle angosce della vita; il frutto della creatività umana più ricco e arcaico e allo stesso tempo più maltrattato da attuali lupi buoni e fatine sexy; la struttura narrativa che (almeno da Propp in poi) niente ormai può nasconderci se non cattive traduzioni... la fiaba.
la fiaba prevede un personaggio protagonista che il più delle volte deve superare una prova. per avere un esito positivo, molto spesso il protagonista incontra un personaggio: un aiutante che a prima vista fa anche schifo, se non paura, ma che poi si rivela buono e a volte pure magico.
questa riduzione grezza ai minimi termini offenderà i nostri lettori, ma non vogliamo disquisire sulla fiaba in sé, quanto focalizzare l'attenzione sulla figura della vecchia (o vecchio) che aiuta il protagonista, o la eroina. la generazione più anziana che aiuta la più giovane, il patto di vita che permette la crescita e il superamento di difficoltà che tutti hanno vissuto: prima di noi i nostri vecchi. le fiabe raccontavano così la vita reale: devi crescere, devi patire sforzi enormi. devi sentirti distrutto e privo di speranza, ma quando meno te l'aspetti, nell'ora più nera della notte, qualcuno o qualcosa verrà in tuo aiuto. perché non sei solo.
la fiaba raccontava la vita reale, faceva da salvagente alla deriva esistenziale, dava senso alla storia. vecchi e giovani insieme per crescere.
tornando a bomba all'oggi, in seguito alle numerose testimonianze pervenute nella sev-redazione, siamo in dovere di lanciare l'allarme: ci siamo finiti le vecchie aiutanti.
siamo nella situazione in cui nessuna cenerentola o chihiro vorrebbe trovarsi: persi.
la piega dei cambiamenti epocali (e quando diciamo cambiamenti epocali intendiamo ogni possibile campo che si possa pensare) sta schiacciando inevitabilmente un'intera generazione di giovani donne e uomini, indicativamente nati negli anni '80. stiamo assistendo ad un accanimento esistenziale verso coloro che stanno per compiere, nel giro di un anno, i trentanni. siamo oltre le più bieche analisi mucciniane, siamo ben al di sotto le aspettative dei genitori, stiamo assistendo allo sbigottimento dei nonni che non sanno spiegarsi perché i propri nipoti non sono felici, pur avendo tutto. se non altro, pur non avendo vissuto la guerra. stiamo assistendo alla vita per inerzia, la scomparsa dei punti di riferimento (calma piatta all'orizzonte), al silenzio delle voci guida, all'indefinitezza degli impegni, alla totale, e orribile,  perdita del senso delle cose.
sev edizioni è desolata nel dichiarare ufficialmente che, se sono finite le vecchie aiutanti, forse le fiabe tradizionali possono essere, per la prima volta, messe in discussione. non valgono più. sta succedendo che lo scollamento della fiaba dalla realtà capiti tra capo&collo a chi, verosimilmente, deve farsi carico di partorire dei nuovi cuccioli di uomo. che probabilmente faranno fatica a nascere.
chi racconterà loro le vecchie storie?

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